L’Attacco: Non ci fermiamo nonostante le cose gravi che accadono

Antonio Salandra “Non ci fermiamo, nonostante le cose gravi che accadono” – L’Attacco 28.09.2018

Sorpresi ma non troppo, alla Fortore Energia, dell’incredibile piega che ha preso la vicenda legata al progetto di conversione dell’impianto ex Bioecoagrimm.
Ad affermarlo, Antonio Salandra che insieme a Montagano, ha dato vita alla Maia Rigenera, che oggi ha la titolarità dell’impianto della discordia di Lucera. Siamo sorpresi perché abbiamo fatto tutto quello che ci hanno chiesto di fare – dice Salandra a l’Attacco -.Fortore è entrata in Maia perché c’era un accordo pubblico, espresso in piazza in tempi di campagna elettorale, secondo cui la proprietà avrebbe dovuto trasformare il vecchio impianto in quello che noi abbiamo proposto. Tutti nel mondo sapevano questo, soprattutto l’opposizione; hanno sollecitato l’amministrazione affinché si decidesse a portare avanti questo progetto. Ora Maia propone il progetto, come era stato promesso, secondo le migliori pratiche e tecnologie, che tradotto significa, nessun consumo di biogas perché viene tutto trasformato in metano ed immesso in rete, ad impatto zero, dunque, il resto diventerebbe ammendante per l’agricoltura. Ma di colpo questo progetto pare che non sia più il meglio”.
L’imprenditore non smette di rassicurare sul fatto che il progetto è stato realizzato secondo le best practices, non si può fare di meglio, ed è la tecnologia più utilizzata nel nord Italia e in tutta l’Europa occidentale. “Se qualcuno pensa che non sia così – ricorda – siamo disponibili a qualsiasi confronto, lo abbiamo sempre chiesto. Ma non è giusto mettere in giro notizie false riguardo alla bontà di questa soluzione, allarmando le persone sui rischi relativi alla salute pubblica; l’impianto è più sostenibile dal punto di vista ambientale e migliore nell’impatto sulla salute pubblica, in questo siamo sereni. Se qualcuno ci dimostra il contrario, noi non abbiamo nessuna necessità di costruire questo impianto, che ci costa tanti soldi, per recuperare i quali impiegheremmo parecchi anni. Noi vogliamo solo che le attività che svolgiamo, si facciano nel modo migliore”.
Ma non è mai stata data la possibilità del confronto. “Il sindaco aveva organizzato un incontro pubblico, aveva invitato tutti e ancora una volta, non noi. Il confronto ce l’hanno sempre negato e non sappiamo perché. Eppure siamo sempre aperti a qualsiasi soluzione, tanto è vero che alla prima conferenza dei servizi, quando il comune di Lucera ci ha chiesto ben 7 modifiche (alcune delle quali nemmeno tanto giustificate), noi, per tenere buoni rapporti con tutti, abbiamo accettato; anche di ridurre la potenza dell’impianto già autorizzato per 230 mila tonnellate alle 180 mila attuali, pur di venire incontro alle esigenze della comunità. Il risultato alla fine è questo e mercoledì siamo rimasti veramente sbalorditi da questo atteggiamento”.
Ma le sorprese sono tante, aggiunge l’imprenditore. “Persone che intervengono a sproposito, anche da scranni regionali, dimostrando di non conoscere la materia; consiglierei di informarsi prima di dare un giudizio sui fatti e sulle cose. Evidentemente anche l’arrivo delle elezioni regionali fa gola ai politicanti nostrani. Quando ci si esprime su un progetto, si dovrebbe parlare con dovizia di conoscenza altrimenti si parla soltanto per ricevere qualche piccolo ritorno elettorale. Quando le persone hanno una responsabilità programmatica sul territorio regionale, hanno il dovere di informarsi e il dovere di dire una parola a ragion veduta, soprattutto se poi ci sono operazioni che intervengono sui territori di ben altra portata ambientale. Consiglio a tutti di darsi una buona lettura del piano regionale che, a mio avviso, è fatto molto bene e indica, nella realizzazione di impianti di biometano, fatti nel modo in cui vorremmo, la strada. Perché in consiglio regionale quei politici non si sono espressi? La legge è un punto di riferimento e noi lavoriamo nell’alveo di quel riferimento, che indica pratiche giuste”.
Intanto intorno al progetto si è scatenato un gran bailamme. “Pensavamo dipendesse dall’arrivo delle elezioni, abbiamo visto persone che fino a ieri non sapevano cosa fosse un impianto di compostaggio, mai intervenute nel dibattito che oggi si scatenano a dire cose inesatte, dimostrando di non conoscere il progetto. Ma la cosa più brutta è che cominciamo ad avere la sensazione, evidenziata anche da alcune testate lucerine e che stiamo notando anche noi, che qui c’è qualcosa che va al di là della semplice strumentalizzazione politica. Stanno succedendo cose gravi; mi limito a registrarne due. Il sindaco che si dimette e parla di clima avvelenato, lui abituato alle dispute dovrebbe sapere che il clima in campagna elettorale a Lucera non è mai stato freddo; quando parla di minacce, di situazione insostenibile a che cosa si riferisce realmente? E poi un altro fatto gravissimo: venerdì scorso su un terreno di proprietà Maia Rigenera, sono state sorprese delle persone che stavano scaricando del materiale, anche inquinante”. Il fatto che stavano cercando di sotterrarlo, con l’ausilio di una pala meccanica, lasca supporre che non fossero lì solo per abbandonare le scorie tossiche.
“Fortuna ha voluto che li abbiamo beccati sul fatto, segnalati ai Carabinieri che sono intervenuti tempestivamente; grazie a loro sono stati acchiappati. Ci stiamo tutelando per evitare che ci siano altri tentativi di questo genere ma si può immaginare che cosa sarebbe potuto succedere, venuta fuori la storia: venerdì ti interro il materiale, lunedì faccio la segnalazione e mercoledì viene fuori che è stato ritrovato del materiale, parte del quale anche altamente tossico. Sarebbe stata la ciliegina sulla torta. Ma chi fa questo, il cittadino normale? Commette un reato ambientale? Non credo.
Tutto questo comincia a preoccuparci seria- mente, anche perché i dirigenti di Maia sono padri con famiglie e quindi non vogliamo che queste persone vengano travolte in questo marasma di cattiveria. Noi andiamo avanti, fino a quando non ci sarà qualcuno che ci dimostri che il nostro progetto non è il migliore e se poi riterranno di non autorizzarci, non ci strapperemo i capelli come qualcuno forse pensa, continueremo a gestire l’impianto così come è oggi, sperando che ce lo facciano migliorare, visto che abbiamo richiesto di poter realizzare alcuni capannoni per lavorazioni al coperto e non ci viene concesso. Abbiamo quasi la sensazione che a qualcuno faccia piacere che l’impianto possa creare dei problemi, per poterlo poi attaccare. Nonostante tutto, abbiamo la consapevolezza di svolgere l’attività in piena legalità, di fare un servizio pubblico importante. Non si immagina neanche quanto pericolose siano le discariche nelle quali si conferiscono rifiuti secchi e umidi insieme; bombe ambientali di cui vergognarsi, eppure nessuno dice niente e i tanti scienziati della politica nostrana continuano a chiudere gli occhi”.

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